I Ciclopi (dal greco antico Κύκλωψ, Kýklōps, pl. Κύκλωπες, Kýklōpes, che significa "occhio rotondo") sono figure della mitologia greca. Sono giganti con un solo occhio situato al centro della fronte. Esistono diverse versioni e interpretazioni del loro ruolo e origine.
Secondo Esiodo nella sua Teogonia, i primi Ciclopi erano figli di Urano (il Cielo) e Gaia (la Terra). Questi erano tre fratelli:
Urano, temendo la loro potenza, li rinchiuse nel Tartaro. Successivamente furono liberati da Crono, ma quest'ultimo, a sua volta, li rinchiuse nuovamente. Furono finalmente liberati da Zeus, che li ringraziò fornendogli fulmini, tuoni e saette, le armi con cui sconfisse i Titani.
L'episodio più famoso che coinvolge i Ciclopi è narrato nell'Odissea di Omero. Polifemo, figlio di Poseidone, è un ciclope che cattura Ulisse e i suoi compagni nella sua grotta. Ulisse, con astuzia, riesce ad accecare Polifemo e a fuggire con i suoi uomini. L'accecamento di Polifemo scatena l'ira di Poseidone, che perseguiterà Ulisse durante il suo viaggio di ritorno a Itaca.
Oltre ai Ciclopi figli di Urano e Gaia, e a Polifemo, esistono altre figure mitologiche ciclopiche, spesso associate all'abilità di costruire enormi strutture in pietra (le cosiddette "mura ciclopiche"). Questi ciclopici costruttori erano considerati abili artigiani.
Le diverse figure dei Ciclopi hanno portato a varie interpretazioni. Alcuni studiosi li considerano rappresentazioni delle forze primordiali della natura, altri li vedono come personificazioni di tribù antiche o come simbolo di barbarie e mancanza di civilizzazione. La loro abilità nella metallurgia ha anche suggerito un collegamento con l'attività vulcanica.
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